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Cosa vedere a Sacile: Palazzo Ovio-Gobbi

Palazzo Ovio Gobbi

Una tipica abitazione fondaco con ingresso sul Livenza.

Con la fisionomia serena, armoniosa e garbata, ma nello stesso tempo maestosa ed artisticamente gradevole, Palazzo Ovio-Gobbi si affaccia su Piazza Duomo ed è oggi sede parrocchiale, dopo essere stato in passato abitazione delle famiglie nobili Ovio e Linardelli e, successivamente della famiglia borghese Gobbi.

Fatto costruire nei primi decenni del Seicento dagli Ovio su un precedente fabbricato gotico appartenuto alla famiglia nobile romana Puccio, ostenta una facciata con portale di gusto manieristico con una trifora coronata da una cimasa in pietra d’Istria. E’ una tipica abitazione-fondaco con ingresso sul Livenza, coeva a quelle della piazza maggiore. L’androne d’entrata porta ancora gli antichi quadroni di pietra grezza.

La valorizzazione degli interni risale principalmente al secolo XVIII quando si decorarono pareti e soffitti con affreschi e stucchi. Le decorazioni del piano nobile si sono conservate nel salone centrale e in due stanze di minori dimensioni, volte una a nord una a sud, che affiancano il vano scale.

Il soffitto del salone presenta, entro ricche decorazioni a stucco, un grande affresco con l’Apoteosi del nome degli Ovio, in cui lo stemma gentilizio è raffigurato in trionfo accanto alla Giustizia e alla Fama. Le figure sono dipinte secondo moduli di chiara matrice tiepolesca. Su una delle pareti lunghe è rappresentata una figura femminile che reca un pappagallo in mano, diritta oltre una balaustra, identificabile secondo alcuni con Caterina Cornaro regina di Cipro. L’affresco reca la data MDCCLXVI. Sulla cornice sottostante il soffitto sono dipinti alcuni busti di imperatori romani (Cesare, Augusto, Vespasiano, Tito, Traiano) con l’effetto di una piccola galleria di busti in marmo entro nicchie. La decorazione a stucco è di notevole bellezza: sulle pareti, inserite in eleganti specchiere, compaiono figure allegoriche (probabilmente le quattro stagioni) e sul soffitto motivi rocaille di grande delicatezza e levità che rendono la superficie simile ad un ricamo.

La sala nord ha il soffitto interamente rifatto nel XIX secolo con stucchi di gesso applicati su malta dipinta. Le pareti presentano ancora la decorazione originaria in cui si inseriscono cinque olii su tela, molto ridipinti, attribuibili a Fabio Canal, raffiguranti episodi del Vecchio e del Nuovo Testamento: “La guarigione del paralitico”, “David con la testa del Golia”, “La fuga in Egitto”, “L’adorazione dei Magi”, “Mosè che fa scaturire l’acqua dalle rocce”.

La sala Sud presentava cadute molto estese nella decorazione del soffitto tanto da rendere di impossibile lettura il motivo ornamentale centrale. La freschezza e levità degli stucchi si accompagnano alla divertita invenzione della piccola scienza sul caminetto sottolineata dal motto “condur ti vo così perché sei pazzo”. Si tratta di un ciclo unitario, verosimilmente eseguito da maestranze venete. La data 1766 può ritenersi conclusiva per la decorazione del salone.

Dal salone si accede alla sala del Centro Studi Biblici, in attività dal 1977, mentre dal giardino interno si accede alla palazzina a due piani che ospita l’archivio storico parrocchiale.